LA RICERCA SCIENTIFICA A SOSTEGNO DELLO STUDIO
Negli articoli precedenti ho tentanto di porre le basi per comprendere l’importanza dell’allenamento della forza nei bambini e di sensibilizzare i lettori ad uscire dall’ottica che questo tipo di allenamento sia un nemico per l’allenamento giovanile.
In questo articolo, che precede il finale con la presentazione dei risultati del mio studio sull’argomento, propongo alcuni studi scientifici, più e meno recenti, che sostengono per intero l’idea che l’allenamento della forza nei bambini sia tutto tranne che pericolosa, anche nei casi in cui vi è l’utilizzo dei sovraccarichi.
Possiamo analizzare una pubblicazione (Pubblicato per la prima volta in Italia) sulla rivista Strenght & Conditioning (S&C,Per una scienza del movimento dell’uomo,2012,organo ufficiale Tecnico-Scientifico FIPCF) in collaborazione della NSCA Italia che esula, dall’ambiente rugbistico e che attraverso la ricerca scientifica, dimostra l’importanza dell’allenamento con sovraccarichi nei bambini.
L’articolo si basa su delle ricerche effettuate da diversi dipartimenti universitari:
-Department of Healt and Exercise Science, The College of New Jersey
-Department of kinesiology, University of Connecticut, Hamilto, Ontario
-Division of Sports Medicine, Children’s Hospital, Boston, Massachusetts
Questi ed altri dipartimenti, hanno studiato e studiano tutt’ora, l’allenamento con sovraccarichi (contro resistenze) nei giovani. Direttamente da “S&C,Gennaio- Aprile,2012” analizziamo quanto segue:
“ Tra gli anni 70’e 80’, l’allenamento contro resistenza non veniva consigliato a bambini e adolescenti, per via del presunto rischio elevato di infortuni e lesioni legati a queste tipologie di esercizio fisico. Questa diffusa paura sulle lesioni associate all’allenamento con sovraccarichi fu in parte dovuta ai dati raccolti dal NEISS (National electronic injury survaillance system, della consumer product safety commision statunitense). Il compito del NEISS era quello di utilizzare dati provenienti da diversi reparti di pronto soccorso per elaborare a livello nazionale, statistiche sul numero totale di lesion i correlate agli esercizi fisici ed alle attrezzature utilizzate. Tuttavia, in dati del NEISS si basavano su lesioni che venivano correlate, dai pazienti, agli esercizi contro resistenza e all’attrezzatura, è quindi sbagliato attribuire che le lesioni fossero causate esclusivamente da tali attività e dispositivi. Molte delle lesioni in questione, sono state provocate da tecniche di allenamento ed esecuzione errate, da carichi eccessivi, da attrezzature non idonee e da un diretto accesso alla sala pesi senza la supervisione di un istruttore qualificato. Questo indica che non bisogna generalizzare l’allenamento con sovraccarichi come nocivo e pericoloso, ma specificare che è la mal progettazione e applicazione errata di questa metodologia a portare gli allievi verso lesioni ed infortuni”
Quindi in base a tali studi, si evince che la causa principale d’infortuni in seguito all’allenamento con sovraccarichi non è da attribuire all’allenamento contro resistenze ma alla sua errata applicazione.
RISCHI NELL’ALLENAMENTO CON SOVRACCARICHI
L’allenamento contro resistenza per i giovani, comporta sempre un certo grado di rischio, come nella maggior parte delle attività fisiche, ma questo rischio non risulta essere maggiore di quello riscontrato in altri sport o discipline a cui essi partecipano. Uno studio ha valutato l’incidenza di lesioni in relazione allo sport in soggetti tra 6 e 12 anni (età scolare) per un periodo di 1 anno (Zaricznyj et al,1980) dove l’allenamento contro resistenza ha determinato lo 0,7% di 1576 lesioni mentre il Football americano, pallacanestro e il calcio hanno determinato rispettivamente, il 10,15 e 2% di tutte le lesioni.
Inoltre è stato evidenziato, che le lesioni dovute all’allenamento contro resistenza sembrano riguardare la progressione errata ed eccessiva dei carichi con una scorretta tecnica di esecuzione(S&C,Gennaio-Aprile,2012).
Uno studio più recente, della High school Sports-Related Injury Surveillance Study (Centers for disease control and prevention,2005-2006) su 9 differenti sport, effettuato tra il 2005 e il 2006 ha evidenziato che dalla partecipazione a sport di squadra è risultata una stima di 1,4 milioni di lesioni con un tasso del 2,4 per 1000 esposizioni/atleta (in allenamenti e gare). I risultati di questo studio hanno messo in luce come il football ha il tasso di lesioni più elevato (4,36 lesioni per 1000 esposizioni/atleta), baseball (1,19) e il softball(1,13).
Un altro studio (Hamill,1994) ha evidenziato che il tasso di lesione complessivo per 100 ore/atleta è stato di 0,8000 per il rugby, 0,0120 per l’allenamento contro resistenza e 0,0013 per il sollevamento pesi.
Secondo (Micheli,2006) la maggiore preoccupazione indotta dall’allenamento contro resistenza, è la possibilità che si verifichi un danno alle cartilagini di accrescimento, poste in 3 siti fondamentali nell’organismo in crescita di un bambino:
-I piatti cartilaginei in prossimità delle estremità di ossa lunghe
-La cartilagine articolare (di rivestimento)
-Le apofisi, dove i tendini principali si inseriscono sulle ossa.
Questo perché la cartilagine di accrescimento risulta più debole del tessuto connettivo adiacente e quindi più facilmente soggetta a danneggiamenti. Lo stesso studio specifica che la probabilità che insorga questo tipo di lesione può essere inferiore nel bambino preadolescente rispetto all’adolescente, poiché i piatti cartilaginei possono essere più forti e resistenti nei bambini più piccoli.
BENEFICI INDOTTI DALL’ALLENAMENTO CON SOVRACCARICHI
Finora abbiamo analizzato se ci sono e quali sono i rischi indotti da questo tipo di allenamento e come si sviluppa la forza in questa fascia di età. Abbiamo constatato che, a differenza di quel che si pensa, l’allenamento con sovraccarichi è molto meno rischioso di un classico allenamento in uno sport di squadra; se l’allenamento non risulta pericoloso (qualora fosse stato somministrato in modo corretto), quali potrebbero essere i benefici che esso apporta indipendentemente dallo sport praticato?
Sempre secondo la S&C (S&C,Maggio-Agosto,2012) , l’allenamento contro resistenza nei giovani può migliorare diversi aspetti fondamentali nella vita quotidiana di un bambino:
–Migliorare il profilo del rischio cardiovascolare e facilitare il controllo del peso: L’allenamento con sovraccarichi può indurre un aumento della massa magra rispetto a quella grassa(soprattutto in età puberale) inducendo così ad una diminuzione nei rischi dovuti all’obesità, patologia sempre più diffusa tra i più piccoli. L’attività aerobica viene spesso consigliata a bambini obesi benché a causa dell’eccessivo peso possano talvolta incorrere nell’aumento dei rischi di lesioni muscolo scheletriche, e spesso questa tipologia di allenamento risulta essere noiosa e disagevole per questi soggetti, in quanto viene ripetuta per tempi prolungati e recuperi quasi assenti. L’allenamento contro resistenza gioca un ruolo fondamentale in tutto ciò, in quanto la sua “praticità” va a favore di questi bambini obesi, che possono svolgere un attività fisica con un’adeguata intensità, la quale può variare di giorno in giorno e non richiede esercitazioni prolungate, bensì tempi di recupero adeguati, che possono evitare l’insorgere della noia e l’abbandono dell’attività.
-Rafforzare le ossa; la regolare partecipazione ad un allenamento contro resistenza, che rispecchi le linee guida specifiche per l’età e rispetti un piano alimentare corretto(adeguata assunzione di calcio) può massimizzare la densità minerale ossea durante la crescita.
–Migliorare le competenze della prestazione motoria: molti studi dimostrano come l’allenamento contro resistenza, induce notevoli miglioramenti nelle abilità motorie e nella prestazione sportiva, soprattutto se accompagnato dall’allenamento pliometrico. Aspetto fondamentale per tali miglioramenti, risulta essere la specificità di allenamento per la disciplina sportiva; l’allenamento contro resistenza induce dei miglioramenti che saranno maggiori o migliori se tale programma prevede l’uso di esercizi che siano allo stesso tempo specifici e funzionali alla disciplina sportiva che viene praticata. Ad esempio lo Squat è un esercizio fondamentale per lo sviluppo di forza negli arti inferiori, che risulta essere funzionale e specifico per discipline come il rugby, ma che potrebbe risultare inutile in una disciplina come il tiro con l’arco.
-Aumentare la resistenza alle lesioni correlate all’attività sportiva: i 3 precedenti punti risultano essere fondamentali per la descrizione di quest’ultimo beneficio apportato dall’allenamento contro resistenza. La diminuzione del rischio cardiovascolare e dell’obesità, il rafforzamento delle ossa, il miglioramento delle abilità motorie, sono tra i benefici che inducono un aumento alla resistenza delle lesioni correlate all’attività sportiva.Lo sviluppo di un maggior livello di forza (indotta a livello neurale o ipertrofico), consente di sviluppare anche una resistenza maggiore da parte del apparato oste-artro-muscolare, ai tipici infortuni e lesioni che si verificano durante l’attività fisica.
PROBLEMATICHE SOCIALI
Secondo uno studio del 1990 (Gerisch,Beyer,1990) dal 50 al 60% degli scolari tra l’età infantile e l’adolescenza presenta alterazioni e problematiche posturali. Questo dato dovrebbe far riflettere, considerando che l’attività fisica all’interno delle scuole ad oggi, è ancora meno frequente rispetto al 1990; la poca attività proposta all’interno degli istituti scolastici, non è in grado di compensare i deficit dovuti alla carenza di movimento, diventa quindi fondamentale la partecipazione ad attività extra scolastiche. Questo aspetto fondamentale, si ricollega allo studio presentato in questa tesi, dove vengono messe a confronto due differenti vedute sull’allenamento della forza in età preadolescenziale ma va comunque presa in considerazione l’enorme distanza di organizzazione scolastica che si manifesta tra l’Italia e la maggior parte dei paesi europei, soprattutto quelli del Regno Unito in cui, l’Irlanda, risulta essere una delle più avanzate nazioni a livello scolastico. L’organizzazione di strutture scolastiche pubbliche e private, è tale, da poter offrire agli studenti tutti i mezzi necessari per progredire nel miglior modo possibile, sia nello sport che nello studio; pertanto è bene tener conto che oggi in Italia, ad esempio, la possibilità di avere una palestra adeguatamente attrezzata è un lusso per poche società e per tante scuole in tutta la penisola.
Ancor prima del 1990 è stato effettuato uno studio (Wasmund-Bodenstedt,1985) su bambini tra i 6 e gli 8 anni; questa fascia di età è la più soggetta ad alterazioni posturali, perché sono i più danneggiati, dall’obbligo di stare seduti sia a scuola che in casa. Nei primi due anni di scuola vi è un incremento dei difetti posturali del 70% circa e di un aumento di bambini in sovrappeso del 20% con conseguente diminuzione della capacità di prestazione. Specificando, come nell’esempio precedente, che questo studio si riferisce a più di 28 anni fa, dove la società di allora era molto più attiva nel contesto quotidiano e non solo quello scolastico-sportivo, dove i bambini non utilizzavano videogiochi o social network e il miglior modo di interagire con altri bambini era un pallone ed un piazzale.
Questi due riferimenti sono essenziali per comprendere come l’allenamento della forza, già in età infantile sia fondamentale per la vita quotidiana e non solo per quella sportiva.
L’allenamento della forza risulta essere la principale fonte di prevenzione per le alterazioni posturali che sia in grado allo stesso tempo, di incrementare le capacità motorie. Per poter applicare queste metodologie sono necessari, mezzi, insegnanti e strutture adeguate.
In riferimento a questo studio, quindi, possiamo spezzare una lancia a favore del rugby italiano, che fortunatamente è in una fase di grande crescita mediatica e di risultati, ma che purtroppo, soprattutto per problemi sociali (scarsa disponibilità di strutture adeguate, poca attività fisica nelle scuole), soprattutto a livello giovanile risulta essere molto arretrata.
BIBLIOGRAFIA
· Gerischg G. and Beyer W(1990), Jugendfubball-Trendwende und perspektiven,
Futbballtraining, pp.12,20-25.
· Hamill B.(1994), Relative safety of weight lifting and weight training, The Journal of
Strength & Conditioning Research, pp.53-57.
· Hill A.V(1938), The heat of shortening and the dynamic constants of muscle, The
Royal Society.
· IrishRugby.ie (internet), Strength Training for the young player 2012(consultato
agosto 2012). Disponibile all’indirizzo http://www.irishrugby.ie.
§ La formazione motoria del giovane giocatore, a.c di Federazione Italiana Rugby,
Corso preparatore atletico FIR 2013, pp.1-12.
· Le esigenze motorie, a.c. di Federazione Italiana Rugby, Corso I° Momento FIR 2012,
pp.70-80.
· Micheli L.(2006),Preventing injuries in sports. What the team physician needs to
know. Team Physician Manual 2006, pp.555-572.
· National Strength And Conditioning Association(2012), L’allenamento contro
resistenza dei giovani(prima parte),”Strength&Conditioning.Per una scienza del
movimento dell’uomo”, Anno I, n.1 Gennaio-Aprile, pp.55-58.
· National Strength And Conditioning Association(2012), L’allenamento contro
resistenza dei giovani(seconda parte),”Strength&Conditioning.Per una scienza del
movimento dell’uomo”, Anno I, n.2 Maggio-Agosto, pp.55-60.
· Sports-related injuries among high school athletes, a.c. di Centers for disease control
and prevention, United States 2005-2006.
· Vittori C.(1995), Le gare di velocità, “Supplemento di atletica studi”, n.2/95, Marzo-
Aprile.
· Wasmund & Bodenstedt(1985), Die biologische und motorische entwicklung 6-bis 8
jähriger mädchen und jungen unter bedingungen des schulsports und der taglichen
bewegungszeit. Psychosoziale begrundungszusammenhange,Erlangen,Perimed
Fachbuch-Verlagsges.
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“ Il bambino non è un adulto in miniatura e la sua mente non è differente solo quantitativamente ma anche qualitativamente… quindi… un bambino non è solo più piccolo fisicamente, ma è anche diverso psichicamente da un adulto ”
[Edouard Claparède, psicologo e pedagogista svizzero, Ginevra 1873-1940]
Queste poche righe sono fondamentali per chiunque voglia avvicinarsi al mondo dello sport giovanile, soprattutto durante le prime FASI SENSIBILI, ovvero quei “momenti\periodi” dell’età evoulutiva in cui i bambini sono più suscettibbili e predisposti ad imparare e assimilare determinate capacità (Coordinative,fisiche e affettivo-cognitive).
In questo studio, andiamo ad analizzare le fasi sensibili nell’età preadolescenziale, ovvero quella compresa tra gli 11 e i 13\14 anni.
Tabella Fasi sensibili
Come possiamo osservare dalla tabella soprastante, senza trascurare l’importanza di tutte le altre capacità, il “Picco” di sensibilità per quanto riguarda la Forza, si verifica esattamente nell’età preadolescenziale in particolar modo dai 12 anni in poi.
Purtroppo la cultura sportiva,soprattutto in italia, troppo spesso influenzata dal mondo del body building, ritarda l’inserimento dell’allenamento della forza in questa fase dello sviluppo. Questo soprattutto perché quando si parla di Forza, l’idea comune è che si debbano utilizzare esercizi e carichi ai limiti delle proprie capacità fisiche, quando in realtà basterebbero dei semplici esercizi a corpo libero o l’utilizzo di piccoli attrezzi per creare dell’esercitazioni semplici, divertenti e stimolanti per il SNC.
Come si sviluppa la forza nei bambini?
è stato dimostrato come i guadagni in termini di forza nei bambini, siano da attribbuire più a meccanismi neurali che ipertrofici (S&C,Maggio-Agosto,2012). Questo perché il livelli di testosterone non sono tali da poter stimolare l’aumento delle dimensioni muscolari e per questo hanno maggiori difficoltà ad aumentare la propria massa rispetto ai più grandi.
L’aumento della forza in questa fascia di età, dove non vi è l’aumento della massa magra, è dovuto ad adattamenti di tipo neurale ( aumento del reclutamento e attivazione delle unità motorie e la loro coordinazione), adattamenti muscolari intrinseci. Successivamente,l’ingresso nella pubertà, porta ad un aumento nella secrezione del testosterone da parte dei testicoli, associato ad un incremento della massa magra e per tanto a cambiamenti ipertrofici che possano portare ad un ulteriore incremento della forza.
BIBLIOGRAFIA
-National Strength And Conditioning Association(2012), L’allenamento contro resistenza dei giovani(seconda parte),”Strength&Conditioning.Per una scienza delmovimento dell’uomo”, Anno I, n.2 Maggio-Agosto, pp.55-60.
Luca Costanzelli,
Dottore in scienze motorie e sportive, Università degli studi di Roma “Foro Italico”
Preparatore Atletico FIR
Istruttore 1° livello FIPCF
Nel mio primo articolo pubblicato su questo portale, ho voluto esprimere le mie idee sull’importanza dell’allenamento della forza nel gioco del rugby, in particolare, analizzando l’importanza degli esercizi olimpici di strappo e slancio. In accordo con i collaboratori di preparazionefisica.org, ho deciso di pubblicare un resoconto della mia tesi di laurea, suddividendo in 4 articoli l’intera ricerca, con lo scopo di porre ulteriore attenzione sull’importanza dell’allenamento della forza nel rugby e nello specifico nel rugby giovanile.
Negli ultimi anni questo sport ha subito una mutazione interna per qualità e fisicità, dovuta all’evoluzione del gioco e alle sue richieste; un’evoluzione dovuta, in parte, all’introduzione dell’allenamento della forza con l’uso dei sovraccarichi, come asse portante della condizione fisica. In questa ricerca, ho messo a confronto due diverse metodologie di allenamento, dove ho coinvolto un gruppo di 14 bambini di età compresa tra gli 11 e 13 anni, che al termine di iter preparatorio da me proposto, sono stati suddivisi in un gruppo sperimentale e un gruppo di controllo.
Le due metodologie di lavoro hanno messo a confronto anche due diverse culture sportive. Da un lato il gruppo sperimentale ha seguito un allenamento della forza, secondo criteri proposti dalla Federazione Irlandese di Rugby, che già in età preadolescenziale, propone l’uso dei sovraccarichi, con l’allenamento della forza proposto dalla Federazione Italiana per i pari età, che invece consiglia esercizi a corpo libero.
Nei prossimi articoli, presenterò un’analisi dei benefici e dei rischi dell’allenamento con sovraccarichi nei bambini, analizzando gli elementi essenziali per lo sviluppo della forza nel rugby preadolescenziale, anche con il sostegno di ricerche scientifiche condotte su larga scala e da importanti associazioni come NSCA.
Luca Costanzelli, Dottore in scienze motorie e sportive, Università degli studi di Roma “Foro Italico”
Preparatore Atletico FIR
In questo articolo andiamo ad analizzare un aspetto molto discusso nel mondo dell’allenamento, ovvero la PERIODIZZAZIONE DELL’ALLENAMENTO.
Sono molte le teorie e le correnti “filosofiche” (sportivamente parlando) sulla progettazione ideale di un’intera stagione di allenamenti.
Per dare ai lettori un’ informazione più professionale, andiamo ad analizzare una proposta di periodizzazione usata dalla nazionale Sudafricana, riportata sulla rivista BokSmart in un articolo intitolato “PHYSICAL CONDITIONING FOR RUGBY” scritta e discussa da Michael Posthumus, ricercatore per la scienza dell’esercizio fisico e della medicina sportiva, presso il Dipartimento di biologia umana, all’università di Cape Town (South Africa).
PROPOSTA DI PERIODIZZAZIONE ANNUALE DELL’ALLENAMENTO.
La tabella, sopra riportata, è stata riadattata all’intera stagione agonistica Europea\Italiana in quanto il campionato Sud Africano ha inizio nel mese di Aprile.
Come possiamo vedere, viene fatta una prima distinzione tra l’allenamento della forza e del condizionamento generale e l’allenamento del fitness (inteso come allenamento aerobico\anaerobico).
Quindi secondo il professor Posthumus nella fase di OFF-SEASON (che nel nostro campionato corrisponde ai mesi di maggio-giugno-luglio, tornei e finali a parte) andrebbe effettuato un ricondizionamento generale nel mese di maggio e successivamente un lavoro di Ipertrofia e struttura nei mesi di giugno e luglio, mentre per quanto riguarda la condizione atletica andrebbe dato più risalto all’allenamento aerobico.
Successivamente nel mese di agosto, in cui la maggior parte delle società inizia la propria stagione agonistica, anche con dei ritiri pre-campionato, si andrà a lavorare sulla Forza massima e principalmente sull’allenamento anaerobico.
Nel mese si settembre, che risulta essere l’ultimo utile per la preparazione fisico-atletica, si andrà a lavorare maggiormente sulla potenza mantenendo l’allenamento anaerobico come predominante su quello aerobico.
Una volta entrati IN-SEASON sarà sufficiente eseguire degli allenamenti di mantenimento di Forza e Potenza per quel che riguarda il condizionamento fisico e il mantenimento della resistenza, anaerobica soprattutto, fino alla fine della stagione.
Oggi ci troviamo ad affrontare una tematica molto importante per la maggior parte degli sport di squadra, ovvero la “tecnica di corsa”.
Premetto che non sono un appassionato corridore e non vengo dall’atletica ma vorrei porre l’attenzione sul suo utilizzo e i suoi benefici nel rugby, soprattutto a livello giovanile.
Ormai da anni si è verificata una certa involuzione nella “condizione e struttura fisica” dei giovani, che sono sempre più presi da videogame o lasciati dai propri genitori, per ore, sui banchi di scuola oltre l’orario scolastico effettivo, con corsi e contro-corsi pomeridiani.
Questo ha portato ad una drastica diminuzione delle ore dedicate al gioco, che una volta si basava soprattutto sulla corsa e il risultato è che oggi la maggior parte dei bambini che si presentano per la prima volta al campo da rugby non sanno correre.
La Corsa nel Rugby
Ovviamente non si può fare dell’erba un fascio, ma la situazione attuale, soprattutto in società minori ci mostra come nelle poche ore di allenamento settimanale sono pochissimi gli allenatori, che magari affiancati da un preparatore fisico, si concentrino sulla tecnica di corsa, quando la corsa è alla base di questo sport, prima del passaggio, del placcaggio e della meta.
Improntare una buona tecnica di corsa ai nostri allievi fin dalle prime categorie può risultare fondamentale per il futuro giocatore che verrà. Alcuni dei vantaggi di una buona tecnica di corsa possono essere:
– Migliore coordinazione nei movimenti durante il gioco
– Dispendio energetico minore
– Maggiore facilità di movimenti
– Maggiore velocità
– Migliore mobilità
Questi sono tra i tantissimi aspetti che posso migliorare la condizione e la prestazione fisica dei nostri giocatori, dall’under 6 fino alla seniores, infatti l’importanza di istruire anche giocatori seniores, che magari hanno un passato motorio inadeguato, può risultare fondamentale per la prestazione sportiva.