Con questa serie di esercizi per la prevenzione e il potenziamento della spalla i vostri atleti potranno allenare in modo accurato una delle articolazioni più problematiche per diversi tipi di sport. Dalla Pallavolo alla pallacanestro, dal tennis al nuoto la spalla è senza dubbio una delle articolazioni maggiormente sollecitate.
La spalla è l’articolazione che fin dalla giovane età viene sottoposta ad uno stress importante a causa dell’alto numero di ripetizioni dei diversi gesti tecnici. Proprio per questo è opportuno svolgere un programma di prevenzione che permetta ai nostri atleti di svolgere in completa serenità tutti gli esercizi durante l’allenamento tecnico.
Questi e molti altri esercizi li potete trovare sul nostro canale ufficiale youtube.
Un buon Programma di Preparazione Fisica di Prevenzione e Potenziamento prevede il fatto che sia fatto in modo costante a tutti gli allenamenti, in modo da renderlo una vera e propria Routine di Lavoro.
Nel Video qui sotto sono proposti 3 Esercizi, adattabili e modificabili a seconda delle vostre capacità o dalle capacità dei vostri atleti come nel caso della squadra agonistica della Polisportiva River Borgaro che sotto la guida del Preparatore Atletico Daniele Armato e il Tecnico Walter Zanello.
I primi 3 Esercizi svolti con un sovraccarico dinamico , palla medica con acqua.
per un allenamento della zona CORE, che grazie all’instabilità generata dal fluido richiede una continua attivazione dell’apparato neuromuscolare.
La possibilità di utilizzare i classici manubri da sala pesi nella fase di allenamento della zona core può sembrare una forzatura per quanto riguarda i carichi di lavoro, ma se gli stessi vengono trasformati in un appoggio mobile con cui effettuare movimenti con gli arti superiori ci accorgiamo che possono dare un valore in più alla vostra Core STABILITY.
Possiamo elencare i 3 motivi per cui può essere utile utilizzare i manubri:
1-scarico dell’articolazione del polso
2-movimento bidirezionale
3-allenamento simultaneo della zona core e arti superiori
Cerchiamo di analizzare nel dettaglio i 3 punti:
1-scarico dell’articolazione del polso
Durante le esercitazioni di core stability spesso gli atleti che soffrono di sovraccarichi sul l’articolazione del polso, sono costretti a eseguire gran parte dei movimenti in appoggio sul gomito e quindi con un carico di allenamento relativo.
L’impugnatura del manubrio darà quindi la possibilità di aumentare il carico di lavoro, che come é intuibile mantenere la posizione di plank in appoggio sui gomiti é molto più “semplice” che in appoggio ad arti superiori tesi.
2-movimento bidirezionale
Il manubrio agisce come un vero e proprio binario su cui far eseguire il movimento, evitando per questo movimenti bruschi e repentini che possono mettere in difficoltà l’atleta non esperto.
3-allenamento simultaneo della zona core e arti superiori
Ma più di ogni altra cosa i manubri permetteranno di allenare in modo simultaneo la zona core, compresa tra la zona addominale e quella lombare, e gli arti superiori, compresa la stabilizzazione degli arti superiori in particolare dell’articolazione della spalla.
Ecco il video dove é possibile trovare alcune proposte didattiche:
Il salto lo si migliora saltando. Questo è poco ma sicuro!
Il vero problema è quanto saltare? come saltare? quali tipi di salto fare?
Il numero di salti incide positivamente sulla resa di salto massimale, ma incide anche notevolmente sullo stato di forma dell’atleta che spesso può risentire dei numero si salti a livello articolare all’articolazione delle ginocchia e della zona lombare.
E’ quindi opportuno inserire nel proprio programma di allenamento una fase di allenamento al salto, cercando di “dosare” al meglio il numero di esercizi e di salti per fare in modo che gli aspetti positivi siano sempre maggiori di quelli negativi.
In poche parole non serve avere un atleta che migliora il salto di 10 centimetri se poi dopo due settimane di allenamento si dovrà fermare per dolore al ginocchio o sovraccarico alla schiena.
Ecco quatto esercizi che ogni tecnico può inserire nel suo programma di allenamento, con le dovute modifiche per quanto riguarda il sovraccarico e il numero di serie e ripetizioni.
Esaminiamo i 4 esercizi del video qui sotto:
1. Fase Isometrica + Salto
Nel primo esercizi l’atleta dovrà mantenere una fase isometrica con una posizione di mezzo squat per una durata che può variare dai 3 agli 8 secondi per poi effettuare un salto in avanti cercando di richiedere sempre la massima fluidità nel movimento di spinta verso l’alto. Nel video potrete notare che l’atleta utilizza una FluiBall® da 3kg per lavorare su delle co-contrazioni degli arti inferiori e un lavoro di mantenimento della zona core.
2. Fase Isometrica + Fase di Spinta
Nel secondo esercizi l’atleta dopo aver eseguito una fase isometrica effettuerà un fase di spinta saltando sopra ad un plinto. L’altezza del Plinto è definita dall’altezza massima raggiunta dall’atleta, meno una uno spazio di sicurezza che solitamente non supera i 10 cm.
I questo caso il lavoro eccentrico di ricaduta dal salto non è stato effettuato.
3. Sequenza di stimoli: Isometria + Jump + Eccentrica + Dinamico + Jump + Eccentrica
Questa sequenza racchiude in linea di massima tutte le fasi importanti del Salto su cui il tecnico si dovrà soffermare e analizzare nel dettaglio per singolo atleta. La continua varietà di stimoli e una durata maggiore dell’esercizio, intensificherà senza dubbio l’allenamento rispetto i due esercizi precedenti.
Errori più comuni:
– eseguire l’intero “circuito” come se fosse una gara a tempo
Il tecnico dovrà scandire il tempo di lavoro dell’atleta, cercando di differenziare il più possibile le varie Fasi.
– non porre attenzione alla fase eccentrica
La fase di ricaduta è l’aspetto più importante da curare, in quanto è quello che solitamente presenta un maggior numero di complicazioni sia a livello articolare che muscolare.
– non dare il giusto tempo di recupero tra le varie serie
Il tempo di recupero gioca un ruolo fondamentale su tutti gli esercizi, a maggior ragione su quelli in cui si richiede una espressione massimale in fase di salto e un livello di attenzione altissimo in fase di ricaduta. Far le cose di fretta non serve a nulla, meglio fare una serie in meno se non si ha il tempo necessario di lavorare nella più totale tranquillità.
4. Esercizio MonoPodalico : Split Squat + Jump monopodalico su Plinto
Se nei quattro esercizi precedenti era stata richiesta una espressione di salto bipodalico, nell’ultimo esercizio l’atleta dovrà effettuare un salto monopodalico dopo una fase di “stress” che corrisponde all’esecuzione dell’esercizio di split Squat con un leggero sovraccarico.
Anche in questo caso il numero di ripetizioni dello spilt Squat non dovranno superare le 6/8 ripetizioni con un tempo di recupero totale tra una serie e l’altra.
Ecco il video dei 4 esercizi elencati qui sopra.
TUTTI GLI ATTREZZI UTILIZZATI IN QUESTO VIDEO
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L’infortunio o il dolore alla spalla può essere considerato uno dei sintomi maggiormente presente in gran parte degli sport, sopratutto in quelli di contatto , come il rugby, football americano, calcio o basket, di “lancio” come possono essere il basaball, o di impatto con l’attrezzo come nel caso del tennis e della pallavolo.
La spalla nel Lanciatore del BaseBall
Per molti anni l’allenamento propriocettivo è stato identificato solo ed esclusivamente per gli arti inferiori senza porre mai troppa attenzione anche agli arti superiori ed in particolare alla articolazione della spalla. La fase di riabilitazione o di prevenzione della spalla prevede sempre una serie di esercitazioni che prevedano il miglioramento delle capacità propriocettive, sopratutto dopo infortuni gravi che possono essere lussazioni alla spalla, e delle esercitazioni per il miglioramento delle espressioni di forza, che di conseguenza genereranno maggior stabilità.
Proprio per queste due importanti caratteristiche troviamo sia molto utile utilizzare una FluiBall ® che può andare dai 0,5kg fino ai 3kg massimo per la riabilitazione e il potenziamento dell’articolazione. La continua instabilità generata dal fluido posto all’intero della palla e il peso dell’attrezzo stesso ci permetterà quindi di elaborare semplici esercitazioni che permettano di procedere in modo parallelo su entrambi le capacità fisiche di forza e di stabilizzazione.
La possibilità quindi di utilizzare la FluiBall in una situazione di recupero funzionale è da attribuirsi soprattutto alla scelta di esercitazioni specifiche per la tipologia di infortunio riscontrata dall’atleta o dal paziente.
Il peso del sovraccarico deve essere tale da non provocare scompensi che determinerebbe a sua volta altre problematiche classiche come il mal di schiena o altri più sostanziali problemi e sintomi infiammatori cervicali.